Oggi per un artista è facile creare delle opere senza saper dipingere o scolpire.
Noi non condanniamo questa incapacità (questa sorta di oblio del passato e del suo portato di conoscenza e mestiere), ma, nel nostro caso, dalla conoscenza delle antiche tecniche e dal loro utilizzo traiamo grandi insegnamenti e ispirazione.

La nostra preferita, quella che utilizziamo maggiormente, è la triangolazione basata sui teoremi euclidei, detta anche a compassi. Attraverso dei semplici principi matematici, e con l’uso di strumenti dal funzionamento quasi elementare, possiamo realizzare qualunque ingrandimento, ribaltamento, riduzione, negativo. Siamo in grado di realizzare, inoltre, delle copie fedeli in scala reale mediante l’uso del pantografo canoviano. Spesso utilizziamo la modellazione in creta, calchi in gesso o in gomma siliconica.

La nostra attenzione per le antiche tecniche, data la smemoratezza alla quale sembrano destinate, ci risulta non soltanto doverosa, ma rappresenta la giusta congiunzione degli opposti che trova, nella nella curiosità e nella passione per il nuovo, la polarità opposta e coincidente.
Come abbiamo detto altrove: non si può essere davvero contemporanei se si ha paura della tradizione. Noi amiamo la tradizione con lo stesso impeto con cui ci abbandoniamo alla ricerca del nuovo, dell’inesplorato attraverso l’uso di procedimenti tecnici e scientifici, anche di quelli difficilmente utilizzati in campo artistico.

Utilizziamo anche i processi elettrochimici in generale, tra cui in particolare la galvanoplastica e l’elettroformatura, nonchè la stampa in 3D. Realizziamo inoltre delle forme scultoree attraverso processi di fusione dei metalli per mezzo dell’elettricità o dei campi magnetici.
Questo ovviamente è solo un ventaglio delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie ed è nostra intenzione continuare per questa strada, dando libero sfogo all’ esercizio creativo, a tale scopo facciamo molti esperimenti sul campo, alla ricerca di strade alternative, strumenti e tecniche differenti per dare corpo alle nostre idee (anche alle più strane) perché in arte, il poetico e lo sconosciuto spesso finiscono per incontrarsi ed alimentarsi a vicenda.